All’inizio del 2013 mi colse di sorpresa pubblicando un singolo mozzafiato, seguito di lì a poco da un LP che si è imposto come uno dei dischi che ho ascoltato di più negli ultimi anni ("The Next Day"). Poco da stupirsi: il creatore di “Hunky Dory”, monumento imprescindibile del pop e fonte inesauribile di spunti musicali, mi ha concesso di vivere queste ed altre emozioni.
Ha aperto il 2016 regalando al mondo un album singolare, un unicum all'interno di una discografia immensa e qualitativamente invidiabile. Nel corso del primo ascolto, ho ricevuto un’ulteriore conferma della sua totale dedizione per la sperimentazione e per l’esplorazione di sentieri mai battuti, lasciandomi catturare dalla forza evocativa dei testi e dalle sonorità trascinanti. Chi avrà il piacere di avvicinarsi a “Blackstar” non potrà far altro che fruire di un’esperienza sensoriale straordinaria.
Vi troverà tutto ciò che è stato David su questa terra: l’unione di più tendenze, la strenua volontà di non ripetersi e di dare alla luce qualcosa che conservi nel tempo il consueto spessore, guadagnandosi l’immortalità di cui godrà per sempre il suo autore.
"Throw me tomorrow
Now that I've really got a chance
Throw me tomorrow
Everything's falling into place
Throw me tomorrow
Seeing my past to let it go
Throw me tomorrow
Only for you I don't regret
That I was Thursday's child"
Throw me tomorrow
Everything's falling into place
Throw me tomorrow
Seeing my past to let it go
Throw me tomorrow
Only for you I don't regret
That I was Thursday's child"
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